Apneisti per CAOS
In presenza di fenomeni strani, cercare di scovarne le cause più profonde è nell’essenza di ogni essere pensante.
Ad esempio… perché scegliere di trattenere il respiro quando c’è un’infinità di altre cose buffe, divertenti e stravaganti da fare?
Qui c’è poco da pensare, è tutto perfettamente ovvio: siamo scemi.
Ma a quale spiritualità ci vogliamo appellare? Quale desiderio o sensazione di libertà?
Dimentichiamoci per un momento le solite frasi che tutti conosciamo perché ce n’è una sola, veramente attendibile, per cui si sceglie di trattenere il respiro pur senza averne la necessità: siamo scemi!
I rantoli della nostra pelle, esposta per ore ai raggi del sole e al sale del mare, dimostrano ormai che siamo inguaribili e simpatici deficienti, dove l’aggettivo “simpatici” ci viene attribuito unicamente per il fatto che facciamo ridere…. però chi ci sta vicino tende sempre più a manifestarci una paziente tenerezza.
Siamo tutti lì, facce nell’acqua e con l’aria di chi esclama: “Dai! Dondoliamoci leggeri fra le onde”.
Credete che i bei tuffi si fanno con acqua calma? L’acqua non è mai calma! Ve lo dico io, è squilibrata, tant’è che da qualche tempo l’hanno anche messa sotto analisi.
E’ per questo che noi ci adattiamo facilmente e riusciamo a comprenderla; lei ci appare disadattata come noi stessi e per questo solitamente riusciamo ad ottenere la sua comprensione.
Insomma, si fa presto a dire …respira!
Ma poi, cosa c’entrano Mayol e Maiorca con tutte quelle leggendarie motivazioni, non è forse vero che per l’uomo è ben più naturale stare sulla a terra?
E che dire della malattia del mare? Le sensazioni che ricevi sono esclusive di quei momenti e non sono trasferibili ad altri o catturabili, senza che la loro “magia” ne venga a soffrire.
Da qui la volontà di tornare a calarsi ripetutamente in quegli stati emotivi, unici per genere ed intensità.
Però, tutto considerato, torno a ripetere che la ragione per cui si fa apnea è un’altra e una soltanto: siamo scemi e basta.